l’Estrazione dei fasci tubieri è stata possibile grazie all’impiego di un estrattore progettato e costruito dalla VED
Su due scambiatori di calore ad asse verticale
I fasci tubieri non venivano estratti da parecchio tempo e poiché l’esercizio rilevava delle anomalie termo-fluido-dinamiche è stata decisa la loro manutenzione. Un’esperienza precedente e le attente valutazioni dei tecnici della Raffineria sono state determinanti per ipotizzare che la estrazione dei fasci tubieri di tali scambiatori potesse richiedere una attrezzatura particolare. Formazione di prodotto solido tra i fori di fissaggio della piastra tubiera al mantello e le aste filettate, nonché altro prodotto ancora che avvolgendo il fascio tubiero, più marcatamente nella zona prossima alla piastra tubiera, lo impaccava con il mantello, impedivano l’estrazione e affinché questa avvenisse è stato necessario applicare una forza estrattiva di 650 tonnellate. Non è bastato semplicemente applicare tale forza ma è stato necessario gestirla intelligentemente, per contrastare i fenomeni di impuntamento e rompere i legami tra fascio tubiero e mantello praticamente incollati. Mentre per l’estrazione di uno di essi è stato sufficiente applicare solo inizialmente l’attrezzatura speciale per una corsa di 400 mm circa, per poi estrarlo completamente con gru, per l’altro è stata necessaria l’attrezzatura speciale per una corsa iniziale di quasi tre metri e ciò poiché il fascio tubiero era parecchio sporco e tubi e diaframmi presentavano deformazioni eccessive e strisciavano contro il mantello.
È stato necessario applicare una forza estrattiva di 650 tonnellate.
Sulla piastra tubiera sono stati eseguiti otto fori di estrazione da 1 1/4”, aggiuntivi ai quattro esistenti. Sui fori sono state inserite altrettante aste filettate della lunghezza di 2.400 mm e la forza è stata esercitata da dodici cilindri idraulici con foro passante; ciascuno cilindro era in grado di esercitare una forza di 60 tonnellate alla pressione di 700 bar